Kobe Bryant non giocava, era un professionista serio. Non vinceva, perché l’avversario aveva già perso davanti ai suoi 2 metri, alla sua infinita classe, alla sua mira da cecchino. Kobe Bryant non schiacciava, lui volava in cielo. Ieri notte c’era una stella che brillava più di tutte, era la sua…volato in cielo troppo presto, a soli 41 anni, assieme ad una delle sue 4 figlie, Gianna Maria (13).
Il Black Mamba non era l’ultima delle bandiere del basket, come Totti nel calcio, ma uno dei primi fedelissimi…il primo a vestire la stessa maglia, quella dei Los Angeles Lakers (chi non ha la sua mitica 8/24 a casa?)…per più di 20 anni! Si era ritirato meno di 4 anni fa, proprio come Totti, dopo aver raggiunto il 3° posto all-time come cestista più prolifico al Mondo…e non era affatto “finito”. Si è ritirato da campione, raccogliendo più di 60 punti nella sua gara d’addio, segno evidente di una superiorità non solo fisica, ma mentale e culturale.
KOBE BRYANT, il più italiano di tutta la Lega
Nato col pallone a spicchi in mano, Kobe è cresciuto nel Bel Paese (dai 6 ai 13 anni), seguendo le orme del padre Joe. Mangiava pizza, parlava romanesco e calabrese e tifava per il Milan, ma il suo legame con l’Italia era ancor più forte, come si evince dal nome delle sue figlie, tutte femminucce (Natalia-Diamante, Bianka-Bella, Capri – nata lo scorso giugno – e la povera Gianna Maria-Onore).
Il miglior giocatore dell’NBA (aveva superato anche un certo Michael Jordan) aveva giocato più di mille partite con quell’unica maglia, praticamente una seconda pelle, segnando più di 30 mila punti con la casacca Purple-Gold dei Lakers. Probabilmente ha vinto meno del dovuto in carriera (2 ori olimpici e 5 campionati – l’ultimo 10 anni fa – oltre ad un recente Oscar), ma ha scritto delle vere pagine di storia nel Basket…dove i suoi record sfuggono a qualsiasi classifica. Il predestinato di Filadelfia (partecipò agli All Star Game a soli 19 anni), nato il 23 agosto 1978, aveva un cuore grande e non per i suoi 100 kg di peso, né per i miliardi guadagnati in carriera, forse la più brillante dell’intero panorama sportivo.
KOBE BRYANT è MORTO
La Guardia dei mille laghi si è spenta ieri, 26 gennaio 2020, proprio in California (Calabasas), a causa di un’incidente aereo. Il suo elicottero privato (con altre 8 persone a bordo) è infatti caduto, a causa della nebbia, ma a noi piace pensare che Kobe non sia mai atterrato. No, il Mamba Nero è ancora in aria, deve ancora raggiungere l’ultimo canestro…sta ancora volando.
Non scrivete RIP: non sta certo riposando in pace, ma Regna In Paradiso, il paradiso dei veri campioni.